La Stranieri produce 11 documentari sulla musica tradizionale del Marocco

 Sbarca in Marocco il progetto Voxteca della  Stranieri

La OHRA pubblica 11 documentari sulla musica tradizionale del Marocco in collaborazione con l’Ateneo

La casa cinematografica francese OHRA pubblica 11 documentari in collaborazione con l’Ateneo. Esce in Francia un cofanetto di musica tradizionale marocchina della regista Izza Génini.Perugia, –  “Maroc en music” è la nuova edizione in DVD che raccoglie 11 documentari dedicati esclusivamente alla musica marocchina autoctona, prodotti dalla casa cinematografica francese OHRA e realizzati dalla regista marocchina Izza Génini (www.marocorama.com). Al progetto ha lavorato Antonello Lamanna  responsabile e ideatore del progetto di ricerca scientifica “Voxteca”  (Dipartimento di Scienze Umane  e Sociali dell’Università per Stranieri di Perugia). La regista Izza Genini, nota per la produzione del film Transes di Ahmed El Maanouni, è stata già ospite al Festival del Mediterraneo di Perugia nel 2008 e in quell’occasione ha donato a Voxteca, la sua filmografia dagli Anni ’70 ad oggi.La collaborazione tra l’Università per Stranieri e la casa cinematografica francese OHRA è particolarmente importante poiché permette di raccontare “acusticamente” la dimensione linguistica, etnica e musicale delle culture.Nei documentari la regista ha tracciato e documentato il repertorio musicale ancora vivo del Marocco, dall’Aita ‘urlo’ (interpretato dalle cheikhate ‘le musiciste girovaghe’, al Malhoun ‘parole dialettali cantate’, eseguito dai più virtuosi cantanti di Meknès, capitale della regione del Meknès-Tafilalet, tra Rabat e Fes. Le altre forme musicali sono rappresentate dai tamburieri della deqqa, dalle donne percussioniste di houara, e dai violinisti mwazniyya fino al repertorio classico arabo-andaluso delle noubas, e dei canti sacri dello Chabbat e del bakkachot, interpretati sempre sul modello andaluso.In 300 minuti di video la Génini è riuscita anche a descrivere le polifonie acute delle donne dell’Alto Atlante, conosciute come le youyous (gli ululati stridenti), i canti e i balli per le nozze nel Medio Atlante, e i ritmi rituali delle possessioni delle Gnaouas (o Gnawa). La musica che caratterizza le cerimonie Gnaouas (o Gnawa) è molto ipnotica e capace di indurre uno stato di trance, grazie a suoni bassi e ritmati del sintir (o guembri), battito di mani e percussione di cembali chiamati krakeb. Musica e danza vengono impiegate per evocare forze spirituali capaci, secondo la tradizione, di estirpare il male, di curare malattie psichiche o di guarire punture di scorpioni o altri insetti. Musiche e riti molto simili a quelli legati al tarantismo descritto dall’antropologo Ernesto De Martino nei suoi viaggi etnografici in Puglia negli Anni 50.   (Nella foto da sinistra:  Martin Scorsese e Izza Gènini. )

izza e scorsese

Martin Scorsese e Izza Gènini.

Presentazione dei documentari