I custodi delle voci. Intervista con gli ideatori di Voxteca

Lo scrigno sonoro in cui si nasconde la nostra identità

Avete mai sentito i suoni che produce un vasaio mentre lavora al tornio e manipola l’argilla? E avete la più vaga idea di che gamma di suoni si riesce a percepire in un antico mulino ad acqua quando si macina il grano? Non stiamo parlando di una fiction, né tanto meno di una rievocazione storica, ma di Voxteca, un’originale iniziativa scientifica diretta dal prof. Antonio Batinti dialettologo dell’università umbra, in collaborazione con il suo affiatato team di ricercatori.”  Con queste parole Antonello Lamanna, studioso instancabile presso l’Università per Stranieri di Perugia e responsabile scientifico di Voxteca, ci ha subito immerso e presesentato il progetto, come un vero e proprio Archivio/Osservatorio permanente delle voci, dei suoni e delle lingue contemporanee, usate anche dagli stranieri che frequentano l’Università e che vivono in Umbria. Per comprendere meglio come è nata l’idea di creare un ‘archivio della voce’ abbiamo incontrato il Dr. Antonello Lamanna e il Professor Antonio Batinti, Docente di Dialettologia Italiana e di Fonetica e Fonologia presso l’Università per Stranieri di Perugia e direttore del progetto.

Dr. Lamanna in che consiste questo progetto e a quale pubblico si rivolge?

“Nell’era d’internet e dei blog non poteva mancare un cyber-archivio che contenesse migliaia di mp3 (ma anche video) di voci, con timbri, intonazioni, e grane diverse, provenienti da ogni parte del mondo e che avesse come sede la prestigiosa Università per Stranieri di Perugia. Un articolato e complesso progetto di ricerca che ha già dato i suoi primi segnali ‘sonori’. Qualche anno fa al ‘Perugia Science Festival’, organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Fisica di Perugia, dove tra scienziati, laboratori ed esperimenti è stata presentata la prima creatura di ‘Voxteca’: un cd-rom interattivo sui ‘Paesaggi sonori dialettali’, una nuova tipologia di database in cui dalla semplice riproduzione dei suoni, delle voci e dei canti del repertorio tradizionale italiano si potevano avere contemporaneamente molte altre informazioni. Ma anche tutte le parlate e i dialetti dell’Umbria e di altre regioni italiane attraverso una ricca e variegata tipologia testuale: dai racconti dei partigiani delle diverse aree linguistiche, a quelli dei contadini e dei pescatori dell’alta valle del Tevere con le loro storie ambientate e vissute lungo il fiume, alle narrazioni delle lavandaie fino alle raccoglitrici di tabacco alle poesie  dei poeti in ottava rima. Ma alla Voxteca si possono ascoltare oltre ai racconti di tradizione orale brani di musica popolare contemporanea del centro e del Sud Italia, della Romania, Grecia, dell’Africa Settentrionale, e anche delle curiose colybelnaya (ninna nanne della Bielorussia), filastrocche giapponesi, favole armene, scioglilingua, canti e indovinelli arabi e iraniani e tante ricette su come si prepara il ful medames, il kushari, il molokhia, il kebab e il falafel. E tra gli ultimi documenti audiovisivi riversati da poco nel database spicca quello di Alessandro, un pastore calabrese, che oltre ad accordare migliaia di campane l’anno, riesce, inoltre, a riconoscere il suono dei campanacci delle sue pecore, quando si allontanano, ad una distanza di 5 chilometri.”

 

Prof. Batinti mi rivolgo a Lei… un archivio di voci, suoni, e lingue contemporanee rappresenta un’inestimabile ricchezza per voi linguisti, ma non solo…. Lei pensa che la nostra identità si celi anche dietro alle voci e alle lingue di appartenenza?

L’immagine dell’Umbria è rappresentata molto spesso con alcune locuzioni accattivanti: Umbria verde; Umbria … cuore verde dell’Italia; del territorio sono messi in rilievo soprattutto i valori cromatici suggeriti dalla vegetazione, ma la varia morfologia del rilievo, delle valli e delle zone pianeggianti, la tipologia e la distribuzione degli insediamenti (castelli, monasteri, chiese) sono altrettanto elementi forti di identità dei luoghi, come lo sono, d’altronde, le varietà melodiche e ritmiche dei dialetti e degli italiani locali parlati dalle comunità, in gran parte medio-piccole, escluse quelle di Perugia e Terni.

L’attenzione alla voce, alle voci, all’aspetto musicale delle varietà linguistiche locali corrisponde ad esigenze reali e complesse; spirituali e esistenziali insieme. La voce può essere considerata come un elemento d’identificazione della persona in quanto tale e in quanto componente di una comunità sociale e culturale. L’aspetto musicale delle lingue ci permette di segnalare l’organizzazione dei significati, la struttura logico-sintattica e la gerarchia delle informazioni di un testo orale, ma riflette anche l’elaborazione culturale di una comunità, collocata in un preciso tempo e spazio. Il parlare, il comporre una modulazione ritmica ‘significante’ e il mangiare fanno parte di quelle attività con le quali diamo concreta attuazione a numerose funzioni: organizzare la propria esperienza, attribuire valori a quanto facciamo, trasmettere esperienze, fondare e costruire rapporti interpersonali e comunitari, cioè, semplicemente: pensare, nutrirsi, comunicare, esprimersi.”

Possiamo affermare, dunque, che il ricco repertorio linguistico di cui godiamo contribuisca, in un certo senso, a renderci “uguali e diversi” allo stesso tempo? Anche il senso di appartenenza ad una regione può essere potenziato facendo ricorso all’aspetto sonoro della nostra identità?

“Dal momento che il senso di identità e di appartenenza ad un gruppo e ad un luogo si realizza (o si rifiuta) in varia misura, possiamo produrre melodie e ritmi caratteristici, che segnalano le diverse modalità di costruzione e di partecipazione e, dunque, l’originalità e la tipicità delle singole lingue e culture. Per potenziare e ampliare l’immagine dell’Umbria, ad esempio, che offriamo a noi e agli altri, come strumento di identificazione e di promozione nei vari ambiti comunicativi, è necessario far ricorso all’aspetto sonoro e musicale della nostra identità”

Quali altre esigenze vi hanno spinto a realizzare un archivio informativo delle varietà linguistiche della nostra regione?

“Il progetto di realizzare un archivio informatico multimediale delle varietà linguistiche dell’Umbria, analizzata nelle sue varie dimensioni, urbana,  regionale e internazionale, corrisponde  ad altre esigenze fondamentali: l’una di carattere conoscitivo, l’altra di carattere applicativo.  Passeremo brevemente all’illustrazione della prima urgenza che consiste nella necessità dell’aggiornamento del quadro linguistico ricorrendo ad una migliore ridefinizione del repertorio linguistico della comunità linguistica regionale.

Per offrire una breve illustrazione del cambiamento e del dinamismo in atto nella realtà sociale ed economica dell’Umbria e dei suoi riflessi nel campo linguistico, possiamo far riferimento ai dati contenuti nelle indagini Istat 1997, 2000, 2006.

Dall’analisi comparativa della documentazione cartografica relativa alla realtà socio-economica e linguistica dell’Umbria, emerge una fisionomia articolata, con confini aperti verso l’esterno della regione e modificazione nelle linee interne di suddivisione delle aree. L’accresciuta mobilità territoriale, la presenza temporanea o definitiva di stranieri provenienti da tutte le parti del mondo in numero sempre più elevato richiede un ridefinizione e rafforzamento della nostra identità tanto più aperta e dinamica quanto più legata alle proprie radici.

Attraverso l’analisi di un campione di parlato, raccolto secondo l’approccio sociolinguistico, rappresentativo delle cinque aree linguistiche della regione e sottoposto ad adeguato trattamento informatico, sarà possibile osservare e misurare le linee di tendenza del dinamismo e del cambiamento e definire l’immagine sonora dell’Umbria.

La costituzione dell’archivio informatico generale consentirà la scomposizione in  sub-archivi di cui uno destinato all’analisi linguistica e gli altri agli scopi di tipo applicativo.

La risposta alla seconda esigenza, infatti, può essere soddisfatta con la realizzazione di materiali didattici, di materiali sonori e audio/video, che, se adeguatamente predisposti, si configurano come documenti esplicativi preziosi e indispensabili per l’illustrazione e la descrizione di singoli fenomeni o di realtà più ampie e complesse. Del tema della voce umana, infatti, si occupano a vario titolo numerose discipline: la linguistica, l’antropologia culturale, l’etnomusicologia, la musicologia, l’ingegneria elettronica.”

Vogliamo parlare delle produzioni e delle collaborazioni di Voxteca, come quella con la casa cinematografica francese Ohra?!

“In collaborazione con la casa di produzione cinematografica francese OHRA della regista marocchina Izza Génini è stata co-prodotta un’antologia di 11 documentari dedicati alla musica tradizionale del Marocco dal titolo ‘Maroc en musiques’. Un lavoro che abbiamo presentato a Perugia, a Palazzo Gallenga, la sede principale dell’Università per Stranieri di Perugia. A questo lavoro è stato assegnato recentemente il prestigioso premio “Coup de coeur musiques du monde”, assegnato dall’Accademia “Charles Cros” al Festival Babel Med Music”  di Marsiglia.

Fra le varie collaborazioni di Voxteca vi è anche quella con l’Associazione dei Campanari di Arrone, che ha fondato il Centro Studi internazionale sulle campane (Cescav, con sede ad Arrone, Tr) di cui fanno parte circa 15 studiosi (antropologi, linguisti, storici, fisici, etnomusicologi delle principali università italiane). Il presidente del Comitato scientifico è il prof. Luigi M. Lombardi Satriani, dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma,  io ricopro il ruolo di direttore  scientifico e il dr. Lamanna quello di coordinatore del “Gruppo Studi e Ricerche”, ed è anche il direttore della rivista  CAMPANARIA, il periodico del Centro Studi internazionale sulle campane (Cescav) .

Voxteca ha inoltre realizzato e prodotto 15 documentari, 3 cd-rom, 3 cd musicali, dedicati ai linguaggi settoriali, alla musica tradizionale italiana. Ed è in arrivo un libro (con cd e dvd) in cui sono pubblicati i risultati di un lungo lavoro di ricerca dedicato alla musica popolare contemporanea dell’Umbria.

Sono state ideate e organizzate mostre fotografiche, festival dedicati al documentarismo, ai suoni e ai nuovi linguaggi in collaborazione con partner internazionali, università italiane, e case di produzione cinematografiche. Per l’Adnkronos Libri e con l’Egea Records sono stati realizzati volumi con cd sulla musica popolare tradizionale italiana e sugli strumenti musicali.

A tal proposito ricordiamo la mostra dedicata alla Cultura e civiltà delle acque interne, Studi e ricerche del Progetto ALLI, (Atlante Linguistico dei Laghi Italiani), allestita a maggio scorso   a Palazzo Gallenga, nell’ambito di

A C Q U A D O C, International Film Festival – Narrare e documentare l’acqua.

La Mostra fotografica: Simboli e segni dell’oralità contemporanea. Un viaggio nella musica tradizionale italiana. Si tratta di una versione ridotta della mostra “Balli, danze e magie del Sud Italia” che è stata specificamente riconfigurata per le 5 tappe in Umbria: Orvieto, Terni, Acquasparta, Preci, Perugia. La mostra si è proposta di ripercorrere a tappe e in periodi diversi una accurata documentazione sulla situazione attuale del mondo popolare italiano. Degno di nota anche l’International Film Festival -Narrare e documentare l’acqua, A C Q U A D OC,    https://www.unistrapg.it/eventi/acquadoc-international-film-festival  Concorso internazionale dedicato all’acqua per film, cortometraggi, fiction, documentari, ideato e organizzato da Voxteca in collaborazione con UN WWAP (World Water Assessment Programmme),  e la piattaforma del CNR www.science4.tv che, per l’occasione, ha documentato l’intera rassegna”.

Maria Vera Valastro (Agenzia Stampa Italia)