“Pizzica e trance”. Riti e linguaggi moderni

Con l’avvento del folk revival degli anni ’70, nel Salento, come del resto in altre parti d’Italia, riaffiorano i temi legati alla cultura popolare con precisi riferimenti di contenuto politico, per poi precipitare nel silenzio e nella crisi della fine degli anni ’80 ( e proprio in questi anni emergono i Sud Sound System, un gruppo di rapper salentini che canta in dialetto al ritmo del raggamuffin) simvastatin generic. Bisognerà aspettare l’entusiasmo collettivo degli inizi degli anni’90 per notare un Salento in fermento fomentato sa una serie di concitati dibattiti a carattere scientifico e polico-culturale che, con ottiche e obiettivi diversi, affrontano il vasto mondo culturale.

Da allora si organizzano convegni, concerti, mostre, le accademie orientano studi e ricerche sulla trance, sugli “stadi modificati di coscienza” – perché, se una volta la pratica musicale coreutica serviva per guarire, per uscire dalla mania, oggi il nuovo rituale collettivo sembra finalizzato a provocare, al contrario, stati di trance – sul neo-tarantismo, sugli esperimenti nelle discoteche e nei raves con innesti tra la pizzica e il reggae o la musica techno. Nascono nuovi gruppi musicali, istituti di ricerca, associazioni culturali che producono filmati, dischi, libri, nascono scuole di danza, programmi didattici musicali e teatrali per tutti gli ordini e cicli scolastici, artisti, operatori culturali, movimenti giovanili. E addirittura un programma radiofonico dal nome inconfondibile Tarantula Rubra. Tutto all’insegna delle tarante e delle pizziche che iniziano ad essere esportate anche fuori dalla Puglia. E pensare che questi argomenti erano, fino a pochi anni fa, circoscritti soltanto alle sedi accademiche delle università.

ANTONELLO LAMANNA